Innovation Manager: ruolo chiave in azienda! Scopriamo perché...

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Il ruolo di Innovation Manager si sta diffondendo sempre più all’interno di organizzazioni in ogni settore di business. In questo articolo realizzato in collaborazione con QRP International approfondiamo le caratteristiche principali di questa figura professionale.

La digitalizzazione

La “corsa alla digitalizzazione” è uno dei molti trend sempre più diffusi tra le imprese di tutta Italia e non solo, ovviamente. Spesso si tratta di un processo complesso che coinvolge tutta l’organizzazione e che per essere realizzato in modo coerente e senza impatti negativi richiede l’intervento di una figura specializzata, quella dell’Innovation Manager.

Innovation Manager: chi è?

Dopo tutte le premesse necessarie a questa figura estremamente complessa, è il momento di focalizzarsi sui compiti e le responsabilità di un/una Innovation Manager. Il Decreto MISE ha definito l’Innovation Manager come: "un professionista specializzato in ambito digitale, in grado di interpretare, definire e realizzare progetti e processi di digitalizzazione e riorganizzazione aziendale". Il centro Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano ha definito l’Innovation Manager usando tre elementi chiave:

  • Esploratore: deve individuare le opportunità di impresa

  • Evangelista dell’innovazione: deve introdurre una nuova cultura dell’innovazione in tutta l’organizzazione

  • Abilitatore: deve occuparsi dell’analisi dei risultati ottenuti e della loro valutazione.

Un ruolo trasversale

Quello dell’Innovation Manager è un ruolo estremamente trasversale che deve operare in diverse direzioni:

● Trasversalmente all’interno dei singoli dipartimenti: ogni ruolo può trarre benefici da diverse innovazioni implementate ad hoc. Questo può impattare positivamente in un flusso a cascata su vari processi di lavoro e agevolare di conseguenza anche altri dipartimenti non direttamente coinvolti nell’innovazione.

● Trasversalmente all’interno dell’organizzazione: l’innovazione digitale deve coinvolgere e beneficiare tutti i dipartimenti all’interno dell’organizzazione per assicurare che i diversi processi avanzino alla stessa velocità. Per esempio, se la produzione aumenta la propria velocità lavorativa di due volte, anche la distribuzione deve fare altrettanto.

● Trasversalmente nei business legati all’azienda: non è detto che innovazioni standardizzate e generalmente integrate in business diversi da quello in cui opera l’organizzazione non possano essere adattate in modo da portare benefici anche in altri business.

● Trasversalmente seguendo i trend: per un Innovation Manager è fondamentale essere costantemente aggiornato su novità e trend che possano essere di supporto all’interno di un’organizzazione e venirne a conoscenza prima che i competitor possano implementarle.

Il decreto MISE

Nel luglio 2019 il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) ha approvato il Decreto Voucher Innovation Manager che prevede incentivi per piccole e medie imprese che si affidano ad un professionista nell’ambito dell’innovazione. Con questo Decreto il Ministero dello Sviluppo Economico stanzia fino a 80mila euro per le PMI che si avvalgono del supporto di un Innovation Manager per migliorare i processi aziendali. Per poter ottenere i finanziamenti, questi devono essere indirizzati a coprire le spese della prestazione dell’Innovation Manager che deve essere inserito all’interno dell’organizzazione per almeno nove mesi per lavorare a progetti delle seguenti aree di innovazione:

  • Big Data e analisi dei dati;

  • Cyber security;

  • Realtà virtuale e aumentata;

  • Robotica avanzata e collaborativa;

  • Integrazione e sviluppo digitale dei processi aziendali;

  • Digital marketing.

Innovation manager: requisiti e Elenco Nazionale MISE Manager dell’Innovazione

Contestualmente alla pubblicazione del Decreto Voucher Innovation Manager, il MISE ha anche stabilito termini e modalità per l’iscrizione all’Elenco Nazionale dei Manager dell’Innovazione. Secondo il MISE, Innovation Manager è il professionista (persona fisica o giuridica) che risponde ad almeno uno dei seguenti requisiti:

1. Essere accreditate in albi o elenchi dei manager dell’innovazione istituiti presso:

  • Unioncamere

  • Associazioni di rappresentanza dei manager ed organizzazioni partecipate pariteticamente da esse e da associazioni di rappresentanza datoriali

  • Regioni, ai fini dell’erogazione di contributi regionali o comunitari con finalità analoghe.

2. Essere in possesso di un dottorato di ricerca nei seguenti settori:

  • Scienze matematiche e informatiche

  • Scienze fisiche

  • Scienze Chimiche

  • Scienze Biologiche

  • Ingegneria industriale e dell’informazione

  • Scienze economiche e statistiche

3. Avere uno dei seguenti prerequisiti:

  • Aver svolto per almeno 7 anni incarichi presso imprese nelle materie oggetto di consulenza agevolabile

  • Aver conseguito un Master di secondo livello e aver svolto la professione per almeno 1 anno presso imprese nelle materie oggetto di consulenza agevolabile

  • Laurea magistrale e aver svolto per almeno 3 anni lavoro documentabile presso imprese nelle materie oggetto di consulenza agevolabile Per approfondire visita il sito dedicato all’Albo Innovation Manager.

 

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Innovation Manager: cosa fa

Tra le diverse responsabilità e attività quotidiane di un Innovation Manager troviamo:

● ricercare le idee di innovazione ed esplorarne i pro e i contro nell’applicazione all’interno del contesto aziendale. Guidare l’innovazione tecnologica dell’organizzazione;

● aumentare la competitività dell’azienda sul mercato. Un aumento della competitività corrisponde spesso ad un aumento della brand reputation, portando ad un circolo virtuoso positivo;

● svolgere attività manageriali che riguardano lo stato dell’azienda e la sua presenza nel business, i risultati raggiunti dai vari team di lavoro e la scelta di nuove metodologie o sistemi digitali e della relativa implementazione;

● gestire il Continuous Improvement Process (CIP), ovvero la ricerca e la valutazione di processi necessari a realizzare il CIP analizzando ogni aspetto dell’azienda e dell’impatto dell’innovazione su di essa;

● gestire e favorire il cambiamento.

Change Management

Gestire e favorire il cambiamento è uno dei compiti basilari di un/una Innovation Manager, il cui mandato si basa proprio sull’introdurre novità, migliorie e nuovi processi all’interno di un’organizzazione. Appare chiaro, infatti, che molti dei compiti richiesti alla figura dell’Innovation Manager abbiano come obiettivo quello di apportare cambiamenti a livelli più o meno strutturali di un’organizzazione: l’innovazione è infatti un processo che richiede un lavoro molto complesso e strutturato che tenga conto anche della necessità di saper gestire un cambiamento strutturale in tutte le sue fasi.

L’innovazione non riguarda solamente fattori tecnologici ma è ben più radicata e spesso supera prodotti o servizi per arrivare alla necessità di strutturare nuovi modelli di business verso cui l’organizzazione dovrebbe orientarsi ed è proprio in questi casi che le competenze di Change Management diventano quanto mai fondamentali.

Per approfondire leggi anche: Change Management: perché è importante gestire il cambiamento?

Le skill di un/una Innovation Manager

Sicuramente ricoprire il ruolo di Innovation Manager richiede molte competenze diverse tra loro e, soprattutto, ogni organizzazione è un mondo a sé con strutture, modi di lavoro e punti di vista differenti. Tuttavia, ci sono alcune hard e soft skill che sono requisiti minimi per poter svolgere questa professione:

Leadership: è una qualità imprescindibile per chi vuole svolgere questo ruolo, in quanto portare innovazione e modificare sistemi di lavoro non è un compito facile ma richiede che chi guidi il cambiamento sappia essere un punto di riferimento per tutta l’organizzazione.

Conoscenza dei processi aziendali: sebbene questo cambi da un’organizzazione all’altra, è necessario aver sviluppato le competenze necessarie per essere in grado di ‘leggere la stanza’ il più velocemente possibile capendo l’organizzazione interna dell’azienda il prima possibile.

Lungimiranza e visione strategica: skill fortemente connessa alla precedente in quanto va di pari passo con essa. La lungimiranza, infatti, deve sempre essere accompagnata da una approfondita conoscenza dei processi aziendali e dell’ambiente di business per poter essere efficace e portare a risultati ottimali.

Creatività: sembra poco calzante, ma anche trovare nuovi modi di business e portare a grandi miglioramenti richiede ottime doti di creatività che devono sempre accompagnare le competenze tecniche.

Come coltivare le skill

Alcune certificazioni possono aiutare e supportare un professionista di Innovation Management nel proprio lavoro fornendogli competenze di ampio respiro spesso richieste dalle organizzazioni:

ITIL 4: il framework ITIL è dedicato al mondo dell’IT Service Management e fornisce le competenze necessarie affinché tutti gli stakeholder fruiscano del massimo valore dai servizi IT e digitali.

AgilePM: è un metodo che permette di coniugare governance e rigore caratteristici del Project Management con agilità e flessibilità, qualità ormai richieste a tutte le organizzazioni e a tutti i professionisti.

Agile Change Agent: aiuta i professionisti a gestire, facilitare e integrare i cambiamenti all’interno di un’organizzazione.

 

QRP International è un ente di formazione accreditato di PeopleCert a nome di Axelos, Project Management Institute e APMG International.

Se vuoi approfondire altre professioni inerenti il management, visita la sessione Glossario sul Blog di QRP International!

 

Leggi anche: Focus sul Knowledge Management: come automatizzare la gestione delle conoscenze

 

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Redazione

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