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Intelligenza artificiale e processo di recruiting: AI al servizio del settore HR per ottimizzare la ricerca e selezione del personale

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Alla luce delle nuove prospettive tecnologiche, l’intelligenza artificiale si rivela una valida alleata nel processo di recruiting.

Grazie all’immediata scansione delle parole chiave relative alle hard skills e soft skills, presenti nel proprio CV o profilo professionale, l’A.I. svela l’indice di occupabilità così come richiesto dalle più importanti aziende e imprese Tech.

Autovalutarsi: il primo passo verso la ricerca del lavoro giusto

La necessità di autovalutare le proprie competenze professionali è il primo passo nella ricerca di lavoro o nel miglioramento della posizione lavorativa.

Autovalutarsi significa prendere consapevolezza dei propri punti di forza e di debolezza: capire le proprie competenze, ma anche prendere coscienza del mancato (o scarso) sviluppo, durante il percorso scolastico e le diverse mansioni lavorative, di conoscenze utili per ricoprire una certa posizione lavorativa.

Nel momento in cui si prende consapevolezza del gap formativo che impedisce di crescere in una determinata posizione professionale o di trovare lavoro, si mette in campo una strategia di recupero delle competenze necessarie.

Una volta conclusa la propria autovalutazione, le difficoltà per il professionista non sono finite qui.

Durante la fase di ricerca attiva di un impiego, come cercare tra le centinaia (o anche migliaia) di offerte di lavoro quello più pertinente alle proprie competenze?

Che cos’è l’indice di occupabilità e come viene rilevato dall’A.I

Attraverso l’Intelligenza Artificiale è possibile stimare l’indice di occupabilità del lavoratore, ovvero quanto le competenze del lavoratore siano in linea con le hard skills e soft skills richieste per una certa figura professionale. Nello specifico:

– le hard skills sono tutte quelle competenze o conoscenze acquisite durante la scuola, corsi di perfezionamento o con l’esperienza (data dallo svolgimento di una certa mansione lavorativa);

– le soft skills sono invece tutte quelle competenze trasversali, in genere non acquisite durante il percorso scolastico o lavorativo, ma innate e legate alla sfera interpersonale del singolo, ovvero come questo si rapporta agli altri.

Di conseguenza, il lavoratore può capire se è adatto per una certa posizione lavorativa, o quali competenze deve sviluppare per proporsi per una certa mansione.

Potrà così ricavare preziosi consigli per trovare lavoro, implementando le conoscenze che risultano essere poco coltivate.

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Intelligenza artificiale e processo di recruiting

L’AI è oggi impiegata in moltissime imprese dei più svariati settori, dove viene ad esempio utilizzata dal dipartimento risorse umane durante i processi di reclutamento personale.

Secondo uno studio di settore, tra i CV ricevuti per una posizione aperta, l’88% non corrisponde ai criteri di selezione. L’AI può essere utile, ad esempio, in questa prima fase di scrematura riducendo drasticamente il carico di lavoro nel processo di selezione del personale. 

Nel concreto, gli algoritmi di machine learning e deep learning sono oggi utilizzati per creare software di ricerca e selezione del personale, così come software di gestione della selezione, che coadiuvano gli addetti alla gestione risorse umane automatizzando diversi task ripetitivi e semplificando l'intero processo di recruiting. 

Intelligenza Artificiale e talent acquisition

Un ulteriore campo di impiego dell’intelligenza artificiale è la talent acquisition che, a differenza del recruiting, è una strategia che prevede la ricerca di talenti, specialisti ed esperti del settore al fine di inserirli in azienda nel lungo periodo, e non per ricoprire un posto vacante nell’immediato. 

Anche in questo caso gli algoritmi AI possono essere impiegati per analizzare i curricula, estrarre ed organizzare le informazioni in essi contenute, al fine di valutare e confrontare le caratteristiche dei candidati.

Perché gli HR recruiter usano l’Artificial Intelligence

Alcune delle attività che il dipartimento Human Resources può affidare all’IA sono:

– la ricerca dei candidati, che possono essere rintracciati attraverso siti online per il lavoro e social media, ma questo richiede ovviamente del tempo;

– la riscoperta di profili di alcuni candidati, che hanno mostrato in passato un interesse per l’azienda;

– la verifica del profilo dei candidati per una certa posizione, rispetto ai quali l’A.I può essere utilizzata per segnalare eventuali anomalie.

Le risorse umane possono trarre diversi benefici dall’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale su tali processi ripetitivi:

  • ridurre il tempo dedicato ad alcune mansioni;

  • ridurre i costi;

  • ottimizzare le performance, ossia essere meno influenzati dai bias.

L’Intelligenza Artificiale al servizio dei lavoratori

Se fino a questo momento l’Intelligenza Artificiale è stata utilizzata principalmente dalla risorse umane per la selezione del personale, oggi questa tecnologia può essere utilizzata anche dai lavoratori, in modo gratuito e online, per proporsi alle aziende, in maniera più precisa e in focus con le richieste aziendali.

Grazie alle nuove tecnologie il processo di recruiting è destinato a diventare più democratico e alla portata di tutti.

I lavoratori hanno infatti la possibilità di sapere quali sono i loro punti di forza e di debolezza e di lavorare su di essi, migliorando le hard skills e soft skills, richieste per un certo ruolo lavorativo.

Questo strumento ti affianca nei principali aspetti relativi a come trovare un nuovo lavoro permettendoti di conoscere le criticità e le potenzialità del tuo cv.

L’Intelligenza Artificiale al servizio del lavoratore con PHDY

A introdurre recentemente, tra gli altri, questa funzionalità avanzata di autovalutazione del proprio indice di occupabilità è stato il progetto online PHDY, creato dal gruppo Adecco in collaborazione con Microsoft.

Prima ancora hanno inserito un processo analogo di valutazione, seppure meno evidente,  anche le piattaforme Linkedin (non a caso di proprietà di Microsoft) e Google Hire, usata però dai recruiter.

PHDY, presente sul mercato dal 2019, è una piattaforma basata sull’ Intelligenza Artificiale che ti aiuta a orientarti nel mondo del lavoro e ad acquisire tutte le Competenze richieste dal mercato del lavoro.

Alla base del sistema c’è l’Intelligenza Artificiale che mette in relazione hard e soft skills (ovvero le competenze e capacità che l’utente inserisce nel proprio profilo) di un candidato con una tipologia di lavoro.

Una volta iscritti a PHDY e inserite le proprie capacità, il sistema provvederà a misurare il gap formativo e le potenzialità rispetto alle competenze richieste per una determinata posizione lavorativa.

Verrà dunque stimato l’indice di occupabilità, ovvero quanto le hard e soft skills del candidato coincidano con le competenze necessarie per uno specifico ruolo lavorativo.

Più le competenze del candidato rispecchiano il profilo professionale richiesto dal mercato, più l’indice di occupabilità sarà elevato.

Il sistema segnala anche eventuali vuoti di competenze rispetto all’occupazione desiderata, suggerendo come colmarli attraverso contenuti e corsi aggiuntivi.

È possibile però evidenziare un aspetto critico della piattaforma: la mancanza di un linguaggio condiviso tra PHDY e gli utenti.

Difatti, un utente potrebbe riportare le sue competenze in modo preciso utilizzando, ad esempio, una terminologia specifica per il proprio settore.

Questi termini (seppur corretti) potrebbero non essere ritenuti validi dal sistema (che utilizza a sua volta altre parole chiave) e l’indice di occupabilità dell’utente risulterebbe falsato.

Intelligenza artificiale e lavoro

Come abbiamo visto l’AI rappresenta un valido alleato, sia per il settore HR che per chi cerca lavoro. Al momento della ricerca del personale, offre strumenti sia per i recruiter (velocizzando alcune pratiche meccaniche e dispendiose) che per il candidato (il quale avrà modo di scoprire le sue potenzialità e le sue lacune, potendo così colmarle).

Supportando questi professionisti, l’AI consente loro di risparmiare tempo ed energie per gli altri aspetti del lavoro, permettendo di individuare il candidato ideale per la posizione ricercata.

 

Leggi anche: Le sfide dell’HR tra selezione del personale e onboarding aziendale

 

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