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Innovazione aziendale: Open Innovation, sfide e strumenti

open-innovation-cos'è

Le nuove tecnologie giocano un ruolo chiave nello sviluppo del modello di business open innovation, grazie alle caratteristiche di rapiditàpervasività ed efficacia, che permettono la diffusione della conoscenza in tutte le direzioni.

Ma qual è il significato vero di  Open Innovation e perché tutti ne parlano?
 
L'Open Innovation è un modello di innovazione distribuita che coinvolge afflussi e deflussi di conoscenza gestiti in modo mirato tra i confini dell'organizzazione fino a generare anche 'spillover', il fenomeno che avviene quando un'attività economica produce effetti positivi anche oltre gli ambiti per cui agisce. 
 

Open innovation definizione

Il concetto di innovazione è cambiato nel tempo. Il mutamento dei processi economici ha portato ad una nuova accezione di "innovazione", diversa da quella tradizionale a cui si era abituati: l'open innovation (o innovazione aperta).

Ma qual è stata l'origine dell'Open Innovation?

Secondo Henry Chesbrough, economista e scrittore, nonché colui che nel 2003 ha coniato il termine e il modello dell' innovazione aperta, le risorse mancanti alla propria azienda possono essere rintracciate all’esterno, facendo ricorso a Startup, Università, Centri di Ricerca, inventori ed esperti, per apportare idee, strumenti e tecnologie per innovare.

Di conseguenza cambia anche l'assetto aziendale e la cultura interna, maggiormente improntata all'esterno e con una maggiore collaborazione con altre realtà. 

Anche questo concetto è evoluto nel tempo e nel 2014 lo stesso ne fornisce un'ulteriore definizione: secondo Henry Chesbrough Open Innovation “è un modello di innovazione distribuita che coinvolge afflussi e deflussi di conoscenza gestiti in modo mirato tra i confini dell’organizzazione fino a generare anche ‘spillover’, il fenomeno che avviene quando un’attività economica produce effetti positivi anche oltre gli ambiti per cui agisce“.

L'approccio al modello di open innovation può avvenire attraverso due approcci differenti:

  • Inbound open innovation: ricerca di stimoli esterni all'azienda per fare innovazione all'interno di essa, come nel caso di partnership con altre realtà e collaborazioni con università;

  • Outbound open innovation: esternalizzazione degli stimoli e delle invenzioni inutilizzate interne all'azienda, per innovare al di fuori di essa, come Joint Venture, vendita di brevetti e spin-off aziendali.

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Gli strumenti dell’Open Innovation

Per mettere in atto questo modello di innovazione un’impresa ha a disposizione differenti modalità, tutte utili per “fare scouting”, ovvero ricercare nuove tecnologie, idee e persone che possano portare innovazione nell’organizzazione:

- Call for ideas, call for startup, contest: lo strumento del concorso di idee permette di sviluppare una challenge, ovvero lanciare una sfida per la risoluzione di un problema e rivolgerla a soggetti esterni chiamati a proporre soluzioni che raggiungano l’obiettivo. È la forma più comune di coesione tra open innovation e Startup, Centri di Ricerca, Università.

- Hackathon: un procedimento simile, ma riguarda una gara di programmazione ed è quindi destinato a sviluppatori che devono proporre soluzioni digitali innovative.

- Incubatori e acceleratori: le aziende possono scegliere di creare degli open innovation hubs, una sorta di laboratorio interno, un dipartimento aziendale dedicato alla promozione e sviluppo dell’open innovation. L’obiettivo è quello di sostenere le giovani società fornendo loro strumenti e spazi per sviluppare un business o, come nel caso degli accelerators, investire in queste imprese nascenti supervisionando il processo di crescita dall’interno.

- Partnership e startup adoption: si tratta di creare opportunità di networking, grazie alla realizzazione di accordi interaziendali, tra due grandi imprese o fra company e startup, di rapporti di collaborazione con Università, centri di ricerca o esperti in determinati settori. Per questo si parla di Co-Innovazione.

- Crowdsourcing: avviene quando alcune attività aziendali che non si riescono a seguire internamente vengono esternalizzate (dall’inglese “crowd” = “folla” e ”outsourcing” = “esternalizzare”). Esistono diversi modi per fare crowdsourcing, ad esempio tramite portali online in cui l’azienda può inserire la sua richiesta e, dall’altra parte, un utente/professionista può rispondere con una soluzione, solitamente chiedendo in cambio un pagamento;

- Premi: le aziende possono scegliere di istituire dei premi per individuare quelle realtà che hanno suscitato maggior interesse proponendo una soluzione innovativa e collaborare con loro alla realizzazione di un progetto.

- Acquisizioni: in questo caso un’impresa rileva quote di un’altra azienda acquisendo in tal modo idee, tecnologie e competenze, e può scegliere di integrare nel proprio organico i dipendenti.

- Piattaforma open innovation: si tratta di uno spazio virtuale che raggruppa sfide e criticità delle aziende, delle PA, delle istituzioni, e non solo, ed ha l’obiettivo di connettere imprese e individui specializzati in diversi settori, per promuovere iniziative di innovazione come quelle sopra citate.

Vantaggi Open Innovation

I benefici derivanti dall’applicazione di una strategia di innovazione aperta sono molteplici e contribuiscono a migliorare e semplificare il processo di innovazione aziendale:

  • riduzione dei costi di Ricerca & Sviluppo interni all’impresa, facendo affidamento a realtà esterne come startup, università e centri di ricerca;

  • adozione e creazione di nuove tecnologie, che determinano una maggiore capacità di adattare il business al contesto per rimanere competitivi sul mercato;

  • nuove opportunità di business date dalla creazione di sinergie tra gli attori che vi partecipano e dalla possibilità di aumentare la qualità e la varietà di prodotti e servizi disponibili;

  • riduzione dei rischi, del time to market e dei costi legati al lancio di prodotti/servizi, grazie alla collaborazione con partner esterni che potranno fornire asset complementari e dividere gli oneri, minimizzando le possibilità di insuccesso.

Ostacoli all’Open Innovation

I principali ostacoli al modello di Open Innovation possono essere di due tipologie: culturali o strutturali.

Tra quelli di natura culturale vi è la mancanza di capacità di networking, non saper creare e condividere conoscenza, sia fra i vari reparti aziendali, che all’esterno, verso altre imprese e verso i consumatori.

La resistenza ai cambiamenti ostacola la riorganizzazione del lavoro necessaria a realizzare co-innovazione, ed è relativa anch’essa a mancanza di formazione e di cultura della collaborazione.

In ambito strutturale tutto ciò si riflette nella mancanza di sistemi per il trasferimento delle conoscenze e assenza di piattaforme collaborative. Di solito non esistono figure e team appositamente formati. I problemi finanziari sono spesso alla base di queste carenze, poiché non si investe nello sviluppo e nel training.

Dal punto di vista dei dipendenti vi è poi mancanza di motivazione, poiché le imprese non possiedono sistemi di incentivi per chi opera in ottica di Open Innovation.

Come superare dunque queste barriere e promuovere il modello di innovazione aperta? Leggi la seconda parte: Come il knowledge management supporta l'innovazione aperta

 

Scopri anche: Focus sul Knowledge Management: come automatizzare la gestione delle conoscenze